1 Ottobre 2021

Settore orafo, l’Italia aderisce alla Convenzione di Vienna. Novità doganali in arrivo

Novità per l’oreficeria nostrana: l’Italia entrerà a far parte della convenzione di Vienna. Cambieranno così i rapporti esterni per quel che riguardano le barriere all’export.

Dopo dieci lunghi anni di trattative, l’Italia aderirà alla Convenzione di Vienna (istituita nel 1972). È il 22esimo Paese dopo Austria, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Ungheria, Irlanda, Israele, Lettonia, Lituania, Olanda, Norvegia, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Svezia e Svizzera. La convenzione è incentrata sul controllo e la marchiatura degli oggetti in metalli preziosi.

Il settore orafo in Italia conta circa 7500 aziende e l’adesione aiuterà il mercato in quanto le procedure doganali saranno semplificate: attraverso la certificazione sul rispetto degli standard tecnici previsti dalla Convenzione, gli Stati aderenti consentono la libera immissione sul proprio mercato dei prodotti orafi senza richiedere ulteriori controlli o marchiature (la cosiddetta punzonatura).

Un’iniziativa importante nella misura in cui l’80% del fatturato delle imprese del settore orafo derivi dalle esportazioni. Il 77,4% del valore del fatturato dell’export è inoltre concentrato in sole tre Province: Alessandria, Arezzo e Vicenza. Qui si basano il 10% delle aziende del mercato dell’oreficeria.

Sul tema, Claudio Tomassini, consulente legale degli uffici del saggio italiani, ha affermato: “I laboratori del saggio italiani potranno finalmente marchiare con il marchio della convenzione i prodotti italiani, con la conseguenza che questi ultimi potranno circolare liberamente nell’ambito dei 20 paesi della convenzione senza ulteriori controlli, con enormi risparmi per le aziende italiane sui tempi e le modalità dell’esportazione”.