Al via i rimborsi per le aziende colpite dalla Brexit
L’uscita del Regno Unito dalla Gran Bretagna – giornalisticamente “Brexit” – ha trascinato con sé ampi danni economici alle imprese d’oltremanica ed europee. Le istituzioni hanno deciso così di sostenere le aziende in difficoltà per far ripartire al meglio il ciclo economico.
L’Agenzia per la coesione territoriale
L’avviso ufficiale arriva tramite l’Agenzia per la coesione territoriale, con “Avviso pubblico per la selezione e il sostegno di iniziative delle imprese finalizzate a contrastare gli impatti negativi generati dalla Brexit”. L’Agenzia opera nell’ambito dello sviluppo economico nazionale e punta alla promozione della coesione e della solidarietà sociale. Tra gli obiettivi dichiarati vi è quello dell’attenuamento delle differenze economiche e sociali tramite un coordinamento delle politiche di coesione in Italia.
Il contributo per contrastare i costi della Brexit
L’Agenzia per la coesione territoriale ha pubblicato un avviso nel quale afferma che le aziende che a partire dal 1° gennaio 2020 hanno verificato aggravi dei costi nell’ambito delle relazioni con il Regno Unito e causati dalla Brexit potranno richiedere un rimborso a partire dalle ore 12:00 di giovedì 13 aprile e fino a mercoledì 12 luglio 2023, stesso orario.
La natura del rimborso è a fondo perduto per un massimo di 200mila per azienda e prende le sembianze del cosiddetto BAR, ovvero la Riserva di Adeguamento alla Brexit. Si tratta di uno strumento voluto nel 2021 dalla Commissione Europea per sostenere le aziende dei 27 Paesi continentali colpite dalla fuoriuscita del Regno Unito dall’UE. L’ammontare destinato all’Italia equivale a 146.769.412 euro ed è destinato a tutte le società – indipendentemente dalla grandezza – iscritte nel Registro delle imprese e che presentino una proposta di finanziamento.
L’avviso parla anche della necessità di dimostrare il legame diretto dell’impresa dalla fuoriuscita del Regno Unito dall’UE: ad esempio, controlli doganali o sanitari. In passato la Gran Bretagna faceva parte dell’Unione Doganale europea, ma con il referendum del 2016 le cose sono cambiate e nuovi oneri sono stati introdotti. Importante sarà quindi la misurazione del danno e la previsione dei risultati in base al finanziamento.
Va ricordato che la riserva non finanzia l’IVA e non copre spese che spingono alla delocalizzazione del lavoro.
La Brexit, come abbiamo più volte ricordato sul nostro sito, ha trascinato con sé parecchie difficoltà soprattutto per Londra: è il caso dei dispositivi medici, dell’autotrasporto, dei controlli doganali, dell’etichettatura ed altro ancora.
Come Barbarini & Foglia® seguiamo il processo di Brexit con costanza e instradiamo spedizioni via terra e via aerea nel Regno Unito.
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