Spedizioni, la complicata situazione in Bangladesh
In Bangladesh la situazione relativa alle esportazioni diventa sempre più complicata a causa di un contesto difficile e contorto.
Anzitutto il lockdown, istituito il 23 luglio a causa di una nuova esplosione di vari focolai Covid-19: fino a giovedì 5 agosto il Paese è sostanzialmente chiuso. Il Ministro della Pubblica Amministrazione Farhad Hossain aveva affermato che “uffici, tribunali, fabbriche di vestiti e tutte le industrie di esportazione resteranno chiuse”. A vigilare, l’esercito nazionale.
A questo intricato contesto si aggiungono le spaventose alluvioni che stanno devastando il Paese e che hanno spinto all’evacuazione di oltre 10mila persone. Il Dipartimento meteorologico del Bangladesh ha consigliato di porre un livello di allerta locale SIGNAL#3 per i porti Chittagong e Mongla e SIGNAL#1 per i porti fluviali interni.
In una difficilissima situazione come quella appena presentata, il principale porto del Bangladesh, Chittagong, sta affrontando una crisi di container dovuta sia al lockdown che al precedente blocco fra il 19 e il 23 luglio per la festa Eid-ul-Azha: quindi, nello specifico, le consegne di container sono ad uno stato di fermo. Nel porto, ad esempio, sabato sono stati depositati 42581 container, ma la capacità massima è di 50000. Mediamente, Chittagong gestisce trai 30mila e i 35mila containers. Anche porti e banchine di trasbordo sono congestionati, cosa che rallenta ulteriormente le procedure navali e che quindi portano ad operazioni di roll over dei containers impilati ai moli. E coi ritardi ai quattro angoli del mondo, anche le navi feeder sono mancanti, senza che possano così alleggerire le operazioni portuali. Per capire al meglio la situazione, si osservi che vettori Yang Ming, ONE, Hapag Lloyd e HMM hanno deciso di cancellare i booking per tutto il mese di agosto.
La situazione è talmente complicata che la BGMEA (Bangladesh Garment Manufacturers and Exporters Association) ha incontrato nelle scorse ore l’Autorità del porto di Chittagong e fra le richieste che ha posto vi è proprio quella relativa ai container FCL, alla rimozione delle complicazioni nella consegna delle merci LCL e alla continuazione del sistema di gestione dei terminal container (CTMS) allentando così l’orario limite per l’esportazione di container e controllando il furto di merci dai container importati all’interno dell’area riservata del porto.
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