Sostenibilità supply chain, le previsioni di Sea-Intelligence e Maersk
Secondo Sea-Intelligence, società di consulenza con focus sui trasporti containerizzati, la situazione della via mare e della supply chain a livello complessivo migliorerà non prima di fine 2022.
La catena di distribuzione globale sta vivendo delle difficoltà profondissime, acutizzate dal Covid-19 e dall’indotto conseguente (da una parte la politica cinese del blocca-tutto al primo caso di positività, dall’altra i blocchi dei trasportatori contrari al Green Pass), le congestioni infinite presso gli hub and spoke oltre che i mancati trasbordi (Singapore, Pireo e ultimamente Damietta) e le file interminabili ai porti di destinazione (Los Angeles, su tutti). In un contesto così complicato, Sea-Intelligence intravede una nuova fase per la supply chain, quella dove il Covid-19 sia diventato endemico e, sebbene i precedenti storici di tal ordine non vi siano, l’ipotesi teorizzata è quella di 8-9 mesi per recuperare l’affidabilità media. La tesi si basa sulle drammatiche interruzioni presso i porti della costa ovest degli States nella prima metà del 2015. L’affidabilità dei trasporti si era attestata a livelli simili a quelli di oggi (idem i ritardi) e la ripresa dell’attività “normale” avvenne proprio in 8-9 mesi.
Una visione più ampia a livello globale è quella di Maersk che nelle comunicazioni sui ricavi straordinari messi a segno nel 2021, ha parlato di un ritorno alla normalità non prima della seconda metà dell’anno, quando si verificherà una normalizzazione del sistema, lato costi. Il vettore aveva già parlato del prossimo futuro. In un quadro così complesso, alcuni analisti avevano comunque ipotizzato miglioramenti della catena di distribuzione sin dalla metà del 2022.