A Malpensa continuano i disservizi: ritardi oltre la settimana
Nei mesi passati sembrava che fosse stato toccato il fondo nelle tempistiche della movimentazione merci import all’aeroporto di Milano Malpensa, ma da fine novembre la situazione è fortemente peggiorata.
Se gli scioperi di metà settembre del personale degli handler di Malpensa avevano prodotto alcuni rallentamenti, la bomba d’acqua dello stesso periodo era stato il catalizzatore di grandiosi ritardi sia per ALHA che per BCUBE, con maggiori criticità per il primo fornitore di servizi. Una situazione già di per sé complicata, ulteriormente acuita dall’introduzione del Green Pass (con alcuni lavoratori e trasportatori contrari e chiaramente un’attenzione maggiore alla salute e alla vigilanza). Il maggiore arrivo di merci su Malpensa, ormai aeroporto leader nell’area cargo (capace di movimentare oltre 67mila tonnellate di merci ad ottobre 2021, dati Assaeroporti), ha prodotto in Malpensa Logistica Europa (gruppo BCUBE) un vero e proprio black out del sistema, con merci import messe a disposizione degli spedizionieri e dei trasportatori dopo una media di una settimana circa, con picchi di ritardo anche oltre i dieci giorni/due settimane (MLE ha ammesso in un comunicato appena quattro giorni).
La situazione è talmente disperata, con lo spettro del Natale e soprattutto del Capodanno Cinese, che l’handler ALHA ha cominciato a cooperare con MLE per quanto riguarda ricovero e movimentazione merci per i voli CA595 e CA673 provenienti dalla Cina e di norma gestiti dal gruppo BCUBE.
Nel comunicato di ‘ammissione colpa’, MLE ha affermato: “Non accoglieremo ulteriori nuove richieste di charter o comunque di voli extra fino a una ripresa generale delle normali condizioni operative”. Inoltre, la società ha deciso di invitare “tutti gli agenti a ritirare le proprie merci anche nei giorni di sabato e domenica al fine di decongestionare il più possibile i giorni feriali; stiamo potenziando l’organico ai massimi livelli; stiamo discutendo con altri handler la possibilità di subappaltare parte delle attività di lavorazione dell’import”. Il gruppo BCUBE è talmente consapevole della situazione che dallo scorso 23 novembre ha deciso di non far pagare più l’import storage costs per lo stoccaggio della merce nei magazzini oltre i giorni massimi per i quali non si paga.
Anche le associazioni di categoria come ANAMA e Alsea si sono naturalmente messe in moto per spingere alla risoluzione di uno dei più pericolosi colli di bottiglia in Italia.