OCSE: il caro noli ha spinto alla crescita dell’inflazione
L’inflazione in Europa e in generale nelle economie occidentali è in netta crescita e l’OCSE ha valutato che una frazione consistente possa essere stata generata dal costo delle materie prime e dei noli della via mare.
Christine Lagarde – presidente BCE – ha parlato di un’inflazione oltre il 3% nei Paesi del Vecchio Continente. Peggiore potrebbe essere la situazione negli Stati Uniti, dove Il Sole 24 Ore solo pochi giorni fa parlava di spettro stagflazione (stagnazione e inflazione contemporaneamente). E il volume della risalita dei prezzi l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico lo quantifica per l’1,5% proprio nella spropositata crescita dei noli per TEUs. Una situazione che ha inciso singolarmente in maniera decisiva e che l’OCSE crede si protrarrà per gran parte del 2022, seppure Lagarde ha assicurato che molti fattori in gioco sono solo temporanei.
L’OCSE ha anche ipotizzato due scenari, uno positivo e l’altro negativo: il primo prevede costi in diminuzione quando i colli di bottiglia si risolveranno e la capacità di stiva dei nuovi acquisti da parte dei vettori entrerà in vigore. La seconda opzione, invece, prevede che la penuria di materie prime e la crescita di noli spingeranno i costi sempre più in alto.
Di seguito, i due scenari ipotizzato nell’ultimo Economic Outlook dell’OCSE.