Sostenibilità supply chain, le previsioni positive degli analisti
Nonostante la situazione complessiva della supply chain, piena di criticità sia dalle origini che nei porti di destinazione, alcuni analisti prevedono una svolta nel 2022.
Maersk ha dichiarato che il nuovo anno non sia cominciato col piede giusto, tuttavia più società di consulenza hanno prospettato un miglioramento sostanziale: da Shenzhen, Steve Saxon della multinazionale McKinsey ha previsto che nella seconda metà del 2022 la supply chain vedrà alleggerirsi il peso delle merci trasportate per un cambiamento dell’orientamento della domanda. Oxford Economics, società leader di previsioni sull’economia globale e analisi quantitative, sostiene che “le difficoltà delle spedizioni si attenueranno nel corso dell’anno. Man mano che i problemi di fornitura di manodopera in tutte le catene di approvvigionamento logistiche diminuiranno e la carenza di spazio di magazzino verrà gestita, nella seconda metà del 2022 il trasporto marittimo sarà destinato a riprendersi”. Tra le opzioni che Flexport immagina vi è quella della trasformazione del Covid-19 (perlomeno la variante Omicron) in una sorta di influenza che faccia perciò diminuire le criticità varie, come quelle delle chiusure dei porti cinesi o dei caricamenti nei porti di destinazione.
Nell’incertezza complessiva per la sostenibilità della supply chain, quello che sembra condiviso dai vari analisti è che la pandemia ha tolto moltissimo, ma ha messo in condizione anche le varie aziende e società a ripensare il sistema. Le interruzioni della catena di distribuzione si pensa che possano essere alleggerite da investimenti sulle nuove tecnologie e in generale sulla frontiera dell’intelligenza artificiale, la quale potrà sopperire alla mancanza “umana” derivante dal pericolo (e dalle sue conseguenze) del Covid-19.