Russia, il punto sulle contro-sanzioni di Mosca
In contrasto alle sanzioni dell’Unione Europea, Canada, Stati Uniti ed altri Paesi, la Russia ha elaborato una lista di contro-sanzioni.
Tra le principali contro-sanzioni russe, anzitutto la misura che colpisce le obbligazioni derivanti da prestiti attivi e passivi verso creditori stranieri della lista dei seguenti Paesi: i 27 appartenenti all’Unione Europea, San Marino, Andorra, Monaco, Liechtenstein, Svizzera, Norvegia, Islanda, Albania, Montenegro, Macedonia del Nord, Regno Unito, Australia, Nuova Zelanda, Canada, Stati Uniti, Giappone, Corea del Sud, Taiwan, Singapore, Micronesia e naturalmente Ucraina.
Le merci che sono soggetti a restrizioni (stavolta erga omnes, ad eccezione dei Paesi dell’Unione EuroAsiatica) sono beni tecnologici (come monitor e console) e relativi alle telecomunicazioni. Anche apparecchiature elettriche e meccaniche (turbine), veicoli (compresi vagoni ferroviari, locomotive, containers) e macchine agricole fanno parte delle contro-sanzioni russe. La lista conta circa 200 beni. Il grano è invece vietato esportarlo verso tutti gli altri Stati, in un’ottica di neo autarchia.
I cittadini russi che volessero effettuare transazioni (concessioni di prestiti e crediti, ad esempio) con residenti presso Paesi della lista di cui sopra dovranno ottenere il disco verde della Commissione governativa per il controllo degli investimenti esteri in Russia. La Banca Centrale russa ha inoltre vietato “trasferire pagamenti” (dividendi e interessi su obbligazioni) su titoli a persone fisiche e giuridiche straniere.