Moda, con la Brexit calano import e export tra UE e UK
Dal primo gennaio sono aumentati ulteriormente gli adempimenti doganali nell’interscambio di merci dall’Unione Europea al Regno Unito. È la Brexit, che porta con sé anche un notevole deficit economico nel settore tessile/abbigliamento.
L’analisi di Euratex, la Confederazione europea di abbigliamento e tessile, è chiara: nei primi nove mesi del 2021 la Brexit ha prodotto un crollo delle importazioni da Londra nel settore merceologico. I dati indicano -44%, più o meno 2 miliardi di euro. Male anche le esportazioni, con un -22%, circa 1,6 miliardi di euro. Numeri spaventosi che potrebbero non migliorare nel corso del 2022, secondo le previsioni di Euratex.
Gli Stati più colpiti economicamente dalla riduzione del flusso dei scambi post Brexit sono in uscita Paesi Bassi, Belgio, Germania e Italia, mentre in import sono Irlanda, Francia e nuovamente la Germania.
Oltremanica, la corrispondente di Euratex, l’Ukft, con un’indagine del maggio 2021 ha puntato il dito sulla spaventosa crescita dei noli (+92%) e della burocrazia (+83%), sull’indiscriminata impennata di ordini annullati (+53%) e sugli adempimenti alla frontiera con evidente aumento degli oneri legati ai diritti doganali, derivanti dall’uscita dal mercato comune europeo.
Infine, Euratex ha definito le conseguenze della Brexit come una sconfitta sia per le industrie tessili continentale che per quelle d’oltremanica.