Le maggiori criticità della via mare e le incognite per il 2022
Proprio nella settimana in cui i noli ricominciano a salire (Asia-Mediterraneo ai massimi dal 28 ottobre), una riflessione dell’analista Lars Jensen pone grandi interrogativi sul futuro delle spedizioni via mare.
Già noto per riflessioni e interessanti approfondimenti, Jensen, CEO della società di consulenza Vespucci Maritime, ha provato a delineare il 2022 per spedizioni e logistica della via mare. Con la premessa dell’imprevedibilità della situazione, derivante dal grande numero di variabili in campo – alcune di queste letteralmente impazzite – l’analista ha affermato che il principale pericolo sia il riaffiorare prepotente del Covid-19, soprattutto tenendo conto della nascita delle varianti. Anzitutto per pericolo vissuto dagli esseri umani, poi per le decisioni dei Governi nazionali: si va dall’aperto tutto e tutti del Regno Unito (salvo ripensamenti dell’ultimo minuto) ai lockdown durissimi della Cina (si ricordi il caso del terminal Meidong del porto di Ningbo).
Poi, entrando nella questione trasporti e logistica della via mare, le principali criticità sono relative alla risoluzione dei colli di bottiglia: nella fattispecie, alcuni hub in partenza ed altri hub and spoke di trasbordo come Singapore, che stanno vivendo una drammatica congestione. Nei porti di arrivo, come in Europa e in Nord America, non solo sono segnalati grandissimi ritardi (es. il Pireo), ma anche deficienze nell’organico dei terminal e nella capacità di consegna da parte dei trasportatori: negli USA ne mancano circa 100mila, in Gran Bretagna 60mila, in Italia 17mila. Poi c’è l’incognita della domanda reale di merci dai paesi produttori: “La domanda di trasporto container è sempre stata misurata sulla base della merce effettivamente movimentata”, ha scritto Jensen su Lloyd’s Loading List. Tuttavia, in questi ultimi mesi si è registrata una tendenza delle aziende alla rinuncia della realizzazione dei beni fino al momento in cui si ottiene la sicurezza di poterli movimentare. Perciò, “quando i colli di bottiglia saranno risolti, la domanda confluirà dentro il sistema ma la sua entità è interamente sconosciuta”.
Infine, la questione vettori: in questo complicatissimo contesto c’è l’ulteriore appesantimento da parte delle compagnie marittime che nell’ultimo anno solare hanno aumentato esponenzialmente i noli (in certi casi decuplicandoli) ed aumentando i blank sailing, le mancate partenze, facendo lievitare i tempi di transit time e i costi per i clienti. E se la via mare non ride, il sovraccarico delle altre opzioni di trasporto le rende sempre più inefficienti (via aerea) ed inutilizzabili (via treno)