Istat: il commercio con l’estero italiano ad ottobre 2020
Con il ciclico comunicato stampa sullo stato delle importazioni e delle esportazioni nazionali, l’Istat ha affrescato la situazione di ottobre 2020: sia rispetto al mese precedente che all’anno passato, l’import e l’export italiano registrano diverse variazioni.
Ottobre 2020 ha visto una dualità sia nell’ambito import che in quello export: se rispetto al mese precedente le importazioni sono cresciute del 1.4%, le esportazioni sono calate del 1.3%, specialmente verso i mercati extracomunitari (-2,3%), dato che quelli del Vecchio Continente riportano un modesto -0,3%.
Calcolando, invece, a livello trimestrale, agosto-settembre-ottobre registrano una crescita rispetto al periodo precedente del 13,5%, sia per l’import che per l’export. Ma è a livello annuale che i dati sono i più preoccupanti: -8,4% ottobre 2020 rispetto ad ottobre 2019, del quale la flessione extra UE è del 9.7% e quella comunitaria del 7.2%, circa l’export (che a settembre stava ad un +1.1% complessivo). Le merci che hanno subito una contrazione di domanda estera maggiore sono i prodotti petroliferi raffinati (-58.6%), i mezzi di trasporto, esclusi gli autoveicoli (-24.9%) e articoli in pelle non includendo l’abbigliamento (-16.3%). Sui primi dieci mesi, invece, la flessione complessiva è del 12% e deriva dalla mancata domanda statunitense (-20.1%), da quella russa (-18.1%) e dal blocco Asean (-26.5%).
Sulle importazioni, complessivamente si osserva un -8.2% rispetto ad ottobre 2019 dipendente da un calo di acquisti dall’Europa del 5.1% e dall’area esogena del 12.4%. I prezzi all’importazione sono aumentati dello 0.3% rispetto a settembre 2020, ma sono diminuiti del 5% su base annua. L’indice dei prezzi all’importazione misura l’andamento dei prezzi dei beni importati al confine (al netto dell’IVA, delle imposte sul consumo e dei dazi doganali).