Indonesia, ripreso (in parte) l’export di carbone
Dopo lo stop di inizio anno, le autorità indonesiane hanno deciso di ricominciare ad esportare – in maniera contenuta – il carbone verso Paesi esteri. Il Paese è il più grande produttore al mondo di carbone termico, coprendo nel 2020 circa il 25% della domanda complessiva.
Jakarta aveva stabilito che dal 1° gennaio e per tutto il mese sarebbe stato vietato esportare carbone in Paesi terzi. La motivazione stava nel rischio di rimanere senza il combustibile fossile per l’Indonesia stessa, in certi casi con riserve di appena 3 giorni. Tuttavia, solo poche ore fa, il Ministero degli Affari Marittimi e degli Investimenti ha confermato di aver permesso a 37 navi cariche di carbone di salpare verso altri Paesi (soprattutto Cina, che tra gennaio e novembre 2021 hanno importato il 66% circa del combustibile proprio dall’Indonesia). Una concessione derivante dal fatto che le aziende produttrici abbiano già assolto al dovere di vendere una parte del carbone destinato alla produzione di energia elettrica.
Inoltre, altra spinta per una riapertura – seppur timida – sono state le proteste interne (Kadin, la Camera di commercio indonesiana e Apbi, l’Associazione degli esportatori di carbone) e internazionali, con Cina, Filippine, Corea del Sud e Giappone in prima linea in quanto grandi importatori del carbone indonesiano. Manila, ad esempio, produce il 60% circa dell’energia dell’intero Stato grazie al combustibile proveniente da Jakarta.