FIATA: alcuni vettori obbligano i clienti ad acquistare servizi aggiuntivi, altrimenti non caricano
Continua il braccio di ferro tra le compagnie marittime e gli spedizionieri in merito alla crisi della supply chain internazionale. Stavolta è la FIATA a denunciare la situazione, accusando i vettori.
La FIATA (International Federation of Freight Forwarders Associations) è un’associazione non governativa che raccoglie gli spedizionieri a livello internazionale. Nella situazione attuale delle cose, dopo gli stravolgimenti della catena di distribuzione globale, con noli alle stelle e servizi spaventosamente carenti (blank sailing, carichi rollati, skip delle toccate, transit time infiniti, congestioni a origine o destinazione e tanto altro), la FIATA ha puntato nuovamente il dito contro le compagnie marittime, ree di aver aumentato del 600% i noli su alcune tratte (es: Far East-Europa). E non solo: l’associazione degli spedizionieri, tramite le parole del presidente Ivan Petrov al meeting “Reconnect”, sostiene che alcuni vettori hanno cominciato ad obbligare i clienti ad acquistare servizi aggiuntivi addizionali (non necessari e non voluti). Petrov ha affermato che alcune compagnie marittime avrebbero negato il caricamento container se non avessero acquistato anche servizi addizionali (non necessari). Non ha specificato tuttavia su quale tratta.
Jens Roemer, sempre della FIATA, racconta la situazione attuale come quella di un oligopolio (i vettori) che hanno vantaggi fiscali e normativi, mentre l’altra parte della bilancia (gli spedizionieri) non hanno tali vantaggi competitivi da poter opporre. E, sulla scorta del presidente Petrov, conferma che alcuni caricatori hanno avuto difficoltà con le principali compagnie marittime a spedire un container senza acquistare i servizi aggiuntivi di cui sopra. Infine, Roemer ha esortato anche la Commissione Europea ad essere proattiva tanto quanto la FMC (la Federal Maritime Commission statunitense) in merito alla valutazione dei vettori.