Continua la discesa dei noli marittimi
Continua la discesa dei noli marittimi. Molto più intensa e rapida rispetto all’incremento a fine 2020, i noli stanno letteralmente crollando di settimana in settimana. Questa è l’analisi che le società di consulenza con focus sulle spedizioni containerizzate hanno ricavato studiando i dati.
Fra queste vi è Drewry, che ogni giovedì pubblica il World Container Index dove evidenzia la variazione dei noli marittimi dei containers a 40 piedi tra le principali tratte mondiali. Nella fattispecie, l’Italia è considerata sul routing Shanghai-Genova. Se il calcolo su tutte le rotte studiate da Drewry ha cominciato ad evidenziare un calo ad inizio marzo, la diminuzione pesante si è verificata a partire da fine luglio. Diverso il discorso per la tratta Shanghai-Genova, che ha vissuto un calo leggerissimo a partire da fine 2021 per poi letteralmente crollare da fine luglio. Una discesa verticale, che ha portato le compagnie marittime a tornare indietro sui propri passi rispetto agli spaventosi aumenti di fine 2020, quando i noli passarono da 2000 a 15mila dollari in appena cinque/sei mesi. Ora, il costo dell’affitto container non è tornato ai livelli pre-pandemici, ma si è attestato su livelli più corretti.
Shanghai-Genova è passata da una media di 7884 dollari l’8 settembre a quella di 7353 dollari una settimana dopo per finire a 6419 dollari nella rilevazione di ieri. Il dato del 22 settembre sottolinea un -13% rispetto alla settimana precedente e -53% rispetto alla rilevazione fatta un anno fa, quando i noli toccavano 13646 dollari.
Le uniche tratte in controtendenza sono Los Angeles-Shanghai e Rotterdam New York, che entrambe segnano un mero +2% in una cornice complessiva sostanzialmente invariata nelle ultimissime settimane.
Le motivazioni in merito alle variazioni improvvise sono complicate da analizzare e soprattutto da certificare. L’interpretazione principale sostiene che a fine 2020 si evidenziò l’influenza della pandemia da Covid-19 come ragione essenziale dello spaventoso innalzamento dei noli marittimi: a causa delle misure restrittive della primavera 2020 si è verificata una riduzione della domanda di beni e conseguentemente un blocco delle produzioni e perciò una contrazione della la forza lavoro. Poi, l’allentamento delle misure restrittive ha rilanciato i consumi senza che le organizzazioni fossero pronte. Una situazione in cui i trust hanno potuto prospettare guadagni ingenti, come le stesse compagnie marittime. Con lo scoppio della guerra in Ucraina, la situazione dell’economia mondiale – già precaria – ha vissuto un colpo durissimo, a cominciare dai consumi e dall’energia. In piena crisi energetica e ristrutturazione del sistema politico-economico mondiale, la domanda di beni è caduta. Senza prodotti da importare a noli altissimi, la controparte è stata costretta ad abbassare il costo del trasporto: a controprova, l’export cinese negli USA ad agosto 2022 ha segnato un -3,8% rispetto allo stesso mese del 2021. Non solo: nel secondo trimestre 2022 il traffico di merci verso l’estero nei porti marittimi cinesi ha segnato il -2,0%. Verosimilmente, questa è la fotografia dell’altalena dei noli marittimi negli ultimi due anni e mezzo.
Le previsioni sostengono che i noli marittimi per containers continueranno a scendere, sebbene all’orizzonte si addensino nuvole minacciose quali l’intensificazione della guerra, il ruolo di India, Sultanati arabi e Cina, la Golden Week cinese, i monsoni che colpiscono il sud est asiatico oltre che la politica “Zero-Covid” promulgata da Pechino. Tutte variabili difficili da quantificare che potrebbero influenzare la discesa dei noli.
Di seguito, il link al report di Drewry.