29 Marzo 2022

Nel 2021 le compagnie marittime hanno guadagnato il triplo che tra 2010 e 2020

L’ultimo Sunday Spotlight di Sea-Intelligence ha messo in luce il volume dei ricavi delle compagnie marittime con l’impennata dei noli: sostanzialmente, i vettori hanno incassato nel solo 2021 più di quanto guadagnato tra gennaio 2010 e dicembre 2020, moltiplicato per 3.

Avevamo già parlato dei favolosi introiti dei liners. Lo scorso dicembre, infatti, avevamo raccontato i dati di Sea-Intelligence in merito all’EBIT dei primi tre trimestri del 2021: allora, i numeri raccontavano che tra gennaio e settembre 2021 le compagnie marittime avevano ricavato più di tutto il decennio passato 2010-2020. Con l’aggiunta dell’ultimo trimestre 2021, la società di consulenza con focus sul traffico containerizzato via mare ha evidenziato quanto i vettori abbiano incassato grazie al caro noli, dopo i +600% sulle tratte Far East-Europa e Estremo Oriente-America: nel 2021 le compagnie marittime hanno riscosso il triplo di quanto ricavato tra il 2010 e il 2020. Concretamente, sopra i 110 miliardi di dollari. Tra gennaio 2010 e dicembre 2020 avevano incassato 37,54 miliardi. Inoltre, MSC non ha numeri all’interno delle statistiche di cui sopra, in quanto avendo sede in Svizzera non risponde ad obblighi di pubblicità notizia.

L’EBIT per TEU va dal minimo di Maersk (686 dollari per TEU) ad un massimo di ZIM (1671 USD per TEU). Mediamente, il profit per TEU è di 861 dollari a 20 piedi (la media del passato decennio era di 155). Considerando i milioni di TEUs lavorati quotidianamente ai quattro angoli del mondo, i ricavi di sopra sono così facilmente giustificati. Anche come base per la previsione di Drewry.